La storia
Dalle rovine al fortilizio medievale
Le origini e la struttura iniziale
Il castello di Verzuolo, situato a pochi chilometri dalla città di Saluzzo, ebbe origine nel 1377. In quell’anno, il marchese Federico II di Saluzzo decise di ricostruirlo sulle rovine di un antico fortilizio, già celebre in epoca medievale per essere una delle strutture fortificate più imponenti e strategiche del territorio. La configurazione originaria, ben diversa da quella attuale, prevedeva pochissime finestre, solai in legno e un tetto piano anch’esso in legno, progettati per sostenere le macchine difensive in caso di assedio.


Dalla difesa alla residenza
L’evoluzione e il periodo d’oro
Nel 1477, sotto la guida dei Marchesi Ludovico I e Ludovico II di Saluzzo, il castello subì una trasformazione significativa: furono introdotte numerose aperture (90 tra porte e finestre), torrette circolari per avvistamenti, e le volte interne furono realizzate in mattoni.
Gli aggiornamenti difensivi includevano la conclusione delle mura perimetrali, la costruzione di un rivellino e l’aggiunta dell’ultimo livello alla celebre Torre del Leone. Nei decenni ’60 e ’70 del Cinquecento, il Conte Michele Antonio di Saluzzo della Manta, seguito da Silvestro, trasformò il castello da struttura difensiva a residenza signorile, erigendo nuove torri – come quella di Valfrigida e quella del Belvedere (oggi scomparsa) – e dando grande importanza agli spazi esterni e ai giardini, arricchiti da parterre, fontane e coltivazioni di limoni e aranci.


Dalle crisi del XX secolo agli sforzi di conservazione
Il declino e gli interventi di recupero
All’inizio del Novecento, con l’arrivo della famiglia Barbiellini Amidei, il castello entrò in un periodo di decadenza. La notte tra il 2 e il 3 giugno 1916, un forte boato annunziò il crollo di una porzione della torre, dovuto al cedimento del terreno scistoso con uno strato argilloso, aggravato da infiltrazioni d’acqua.
Nonostante l’intervento del professor Sacco del Politecnico di Torino e del Genio Civile di Cuneo, la crisi economica impedì i necessari consolidamenti, portando alla demolizione della parte sud del castello nel 1936. Tuttavia, il Conte Ademaro Barbiellini Amidei, con lungimiranza, finanziò lavori di consolidamento e raccolse una vasta corrispondenza internazionale, preservando così parte della memoria storica e architettonica di questo simbolo del Piemonte.
Dove siamo
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